Trasferimento della residenza fiscale all’estero e controlli dell’Agenzia delle Entrate

Perché aumentano i controlli sul trasferimento di residenza fiscale?

Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato le verifiche sui cittadini italiani che hanno trasferito la propria residenza fiscale all’estero. L’obiettivo è contrastare il fenomeno dell’esterovestizione personale, ovvero trasferimenti solo formali, volti a evitare la tassazione in Italia.

Quali rischi corre chi si trasferisce senza seguire la normativa?

Anche un trasferimento all’estero autentico può comportare gravi conseguenze fiscali se non si conoscono le regole e i poteri di controllo dell’Agenzia delle Entrate.

Come funziona il sistema delle “liste selettive”?

Gli accertamenti si basano su “liste selettive”, elenchi di soggetti italiani espatriati che potrebbero aver simulato il trasferimento di residenza. Questo sistema è previsto dal Provvedimento n. 43999 del 3 marzo 2017.

Qual è lo scopo delle liste selettive?

Le liste servono a identificare i cosiddetti “falsi residenti all’estero”, valutando tre criteri principali:

  • Residenza: luogo della dimora abituale.
  • Domicilio: dove si sviluppano relazioni personali e familiari.
  • Presenza fisica: permanenza effettiva in Italia.

Che ruolo hanno i Comuni e l’iscrizione all’AIRE?

Secondo l’art. 83 del D.L. 112/2008, i Comuni devono inviare all’Agenzia delle Entrate i dati di chi si iscrive all’AIRE. Questo adempimento è obbligatorio per chi si trasferisce, ma può comportare controlli sulla veridicità del trasferimento.

Chi viene controllato?

Gli accertamenti si concentrano sui trasferimenti non genuini, creati con lo scopo di eludere la tassazione in Italia. Tuttavia, anche chi ha realmente lasciato il Paese può risultare nella lista, se emergono indici di collegamento con l’Italia.

Quali sono gli elementi che possono far scattare un controllo?

L’Agenzia delle Entrate monitora diversi indicatori, tra cui:

  • Residenza in Paesi a fiscalità privilegiata.
  • Movimenti di capitale da/verso l’estero.
  • Informazioni patrimoniali estere trasmesse da autorità straniere.
  • Presenza del nucleo familiare in Italia.
  • Utenze attive, veicoli, abitazioni disponibili oltre 90 giorni/anno.
  • Cariche sociali, partita IVA, contributi per collaboratori domestici.
  • Dati fiscali comunicati da sostituti d’imposta o tramite dichiarazioni IVA.

È rilevante avere un immobile in Italia?

Sì, la disponibilità di un’abitazione in Italia per più di 90 giorni l’anno è considerata un elemento molto significativo ai fini fiscali.

Cosa succede con i regimi per i rientrati?

Chi beneficia dei regimi agevolati per impatriati deve dimostrare la propria residenza fiscale estera per un certo numero di anni. Anche in questo caso possono essere utilizzate check-list specifiche.

I dati AIRE come vengono trasmessi?

Il Ministero dell’Interno comunica periodicamente (almeno ogni sei mesi) all’Agenzia delle Entrate le liste dei cittadini iscritti all’AIRE o che hanno fatto richiesta.

Che ruolo hanno gli accordi internazionali?

Le informazioni fiscali possono provenire anche da accordi internazionali di scambio automatico (es. DAC1, DAC2, DAC5, DAC7, DAC8, FATCA, CRS), che rafforzano la capacità dell’Agenzia di incrociare i dati a livello globale.

L’inserimento in lista porta automaticamente a un accertamento?

No. L’inserimento in una lista selettiva non equivale a una notifica automatica di accertamento fiscale. Serve solo a guidare l’Agenzia nell’eventuale invio di inviti e questionari, primo passo di una verifica.

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